Il veganesimo è una filosofia di vita – ma c’è chi ci vede quasi un’enfasi religiosa – che prevede di evitare lo sfruttamento degli animali. Siano essi utilizzati a scopo alimentare, quindi niente carne, pesce, uova, latte e derivati, miele, persino il lievito agita discussioni nell’ambiente, siano essi utilizzati per altri scopi: niente abbigliamento in pelle quindi, ma solo fibre naturali, niente prodotti per la pulizia o la bellezza testati sugli animali, e così via. Insomma: nulla nella vita di un vegano deve avere generato sofferenze al mondo animale per essere prodotto, niente.
Nasce negli anni cinquanta del secolo scorso, il veganesimo, ed è una pratica e un modo di vivere abbastanza controverso, di cui si parla molto: c’è chi si diverte a ridicolizzare e trollare i vegani – penso alla Zanzara di Cruciani, per esempio – e c’è chi invece è curioso.
Prendere per i fondelli qualcuno non è divertente: capire le cose lo è. Io ero e sono curioso e dopo 33 anni da onnivoro, ho deciso di essere vegano per una settimana, vegano con venature fruttariane a dirla tutta, soprattutto e pranzo.
Com’è andata? Bene, sono un po’ più leggero – ho perso peso e mi sono “sgonfiato” un po’ – ma ho anche capito che per ora il veganesimo non fa per me. Volevo però capire – o almeno provare a capire – come vive un vegano e come cambia il corpo in una settimana di alimentazione cruelty free. Non è stato semplicissimo, però si può fare. Ecco com’è andata, e partiamo da due numeri, sono alto 1,80 e pesavo, all’inizio di questa avventura, 82,5 kg.
Lunedì 9 maggio
Al mattino in redazione decido d’impulso con Marco Villa: sarò vegano per una settimana. Non avendo preparato la cosa in alcun modo, per pranzo mangio due mele e una banana. Devo anche documentarmi un po’, non so quasi nulla di veganesimo, so solo che dovrò per una settimana evitare ogni tipo di alimento di derivazione animale.
Niente carne, niente pesce, niente uova, niente latte e derivati. Messo così sembra semplice come elenco, ma appena mi metto a documentarmi scopro che in tutto o quasi c’è qualcosa di animale. Dopo un pranzo fruttariano, con mele e banane, alle 15.22 mi sento meno gonfio rispetto al solito. Le energie direi che sono più o meno allo stesso livello di un lunedì pomeriggio carnivoro, cioè tutti quelli precedenti a questo nella mia vita. Non ho ancora fame.
Arrivo a cena con: pancia stranamente piatta e una fame disumana. Preparo dei fusilli con sugo di pomodoro e funghi, conditi con il grana padano dei poveri, il pan grattato tostato. Il risultato finale è buono e mi sazia. Bramo uno yogurt, non si può, mangio una mela. Scruto il frigo in vista della settimana durissima che mi attende: non posso mangiare praticamente nulla.
Al mattino, dopo un weekend mangereccio in Valtellina, peso 82.5 kg
Cosa avrei mangiato a pranzo se non fossi stato vegano? Lasagne di carne 2/3 etti, frutta.
Cosa avrei mangiato a cena se non fossi stato vegano? Pasta, sugo salsiccia e radicchio, con parmigiano, un paio di yogurt.
Martedì 10 maggio
Colazione? Un cappuccino con latte di soia a casa e una spruzzata di tè verde, poi andando in redazione prendo un paio di caffè in giro. Niente brioche – il burro… – ma neanche normalmente facevo una colazione all’italiana, non è una privazione che mi pesa. Però ci devo pensare, devo ricordarmelo. Appena arrivo alla scrivania scruto con avidità una mela avanzata da ieri, la sbranerò prima delle 10.
Mattina: sono le 12.05 e ho mangiato una mela. Mi sembra di avere un po’ più fame rispetto alle 12.05 di un giorno qualunque della mia esistenza onnivora e ogni tanto lo stomaco brontola, ma niente di davvero importante. Per pranzo? Sono di fretta, e non ho tempo di andare al supermercato, quindi resto sulla frutta. Mi sento la pancia più piatta. Per pranzo ripeto l’esperimento fruttariano di lunedì, ma invertendo le quantità di frutta. Stavolta due banane e una mela.
Sono le 15.15 e va tutto bene. Non ho fame, né altro. Vado in bagno con regolarità, mi sento molto leggero, più agile. Nessuna difficoltà di concentrazione, non mi manca niente. A cena, sorpresa: la mia ragazza prepara dei burger vegani di zucca, insieme a zucchine e carote fritte. Buono, leggero, neanche a dirlo che la carne è un’altra cosa, ma il burger di zucca riempie e non mi appesantisce. Digerisco meglio, devo ammetterlo: essere vegano per una settimana per ora non è male.
Al mattino mi sono pesato: peso 81.9 kg
Cosa avrei mangiato a pranzo se non fossi stato vegano? Pizza margherita, patatine fritte, una CocaCola.
Cosa avrei mangiato a cena se non fossi stato vegano? Probabilmente tortelli di zucca con sugo di carne, frutta, yogurt.
Mercoledì 11 maggio
Essere vegano per una settimana, giorno tre: mi sento in generale più “leggero”, ma è semplicemente perché mangio meno. Ho decisamente la pancia più piatta, ma di nuovo, è sicuramente perché meno cibo passa attraverso il mio corpo. A colazione oggi: una centrifuga di frutta – fragole, carote, e mela – e un tè verde. Avevo fretta e non ho preso nemmeno il caffè.
Non sento che mi manchino energie o concentrazione e lavoro esattamente come lavoravo una settimana fa, solo, mi sento più “leggero”. Oggi però salto il pranzo, non ho tempo. Prendo un caffè e mi illudo: mangerò qualcosa prima di fare un’intervista, invece il tempo sparisce e rimango a stomaco vuoto fino alle 17.58.
L’intervista è di quelle abbastanza semplici per fortuna, perché sento che la concentrazione non è proprio quella dei momenti migliori. Appena riesco a mettere le mani su due pacchetti di cracker, esulto, sono i cracker più buoni della mia vita. Leggo sulla confezione che “possono contenere tracce di latte” e me ne sbatto completamente. Un vegano vero se ne sarebbe sbattuto come me? Questa vita vegana sta diventando un po’ complicata, almeno oggi.
A cena faccio la pizza in casa, ovviamente senza mozzarella: cipolla, capperi, e olive. Mi è sembrata la pizza più buona della mia vita. Come dolce ho mangiato una mela.
Al mattino mi sono pesato: peso 81.3 kg
Cosa avrei mangiato a pranzo se non fossi stato vegano? Probabilmente avrei saltato comunque.
Cosa avrei mangiato a cena se non fossi stato vegano? Pizza fatta in casa, con mozzarella, acciughe, olive e capperi, frutta.
Giovedì 12 maggio
Ieri è stato il primo giorno in cui è stato è stato complicato essere vegano, anche solo vegano per una settimana: stamattina ho fatto colazione con un caffè e due banane. Vediamo come procede la giornata. Continuo a perdere peso, perché mangio di meno. A pranzo ho bisogno di riempirmi un po’, servono un po’ di carboidrati, e dovrei anche mettermi a pensare a un po’ di legumi, che qui le proteine scarseggiano.
Mangio una pizza marinara da asporto, solo pomodoro, basilico, olio e aglio. Mangio anche i due spicchi d’aglio di condimento. Come dolce, frutta. Sono decisamente pieno, considerando che gli altri pranzi della settimana erano stati fruttariani. A cena la mia ragazza ha preso del ragù di tofu pronto al supermercato e lo arricchisco con un po’ di soffritto e un rametto di rosmarino, ci condiamo una pasta. Alla fine è mangiabile ma non sa praticamente di niente: il tofu è completamente insipido. In compenso “intoppa” e dà una sensazione di sazietà.
Al mattino mi sono pesato: peso 80.9 kg
Cosa avrei mangiato a pranzo se non fossi stato vegano? Panino prosciutto cotto, salsa rosa, mozzarella, una CocaCola.
Cosa avrei mangiato a cena se non fossi stato vegano? Olive all’ascolana, mozzarelline impanate.
Venerdì 13 maggio
Mi sveglio ancora intoppato dal ragù di tofu della sera prima, mi sento gonfio come non mi sentivo da giorni. Maledetto tofu. Forse è stata l’infilata di carboidrati – pizza a cena mercoledì, pizza a pranzo giovedì, pasta a cena giovedì – ma in ogni caso mi sento “pieno”, e non è una sensazione piacevole, sono gonfio come e peggio di quando ero onnivoro. Mentre finora, da vegano per una settimana, ero stato benissimo.
Faccio colazione con un caffè, e comincia la giornata. A metà mattina una banana e una mela e qualche biscotto vegano, portati da un collega, sempre sia lodato. I biscotti vegani sono buoni, friabili, ce ne sono alcuni coperti di semi di sesamo che sembrano dei grissini dolci. A pranzo credo che andrò solo di frutta, ormai sta diventando una piacevole abitudine e non mi pesa sotto nessun punto di vista, anzi. E soprattutto voglio eliminare quel gonfiore da tofu che mi è rimasto dalla cena della sera prima.
Celebriamo in redazione il venerdì con un aperitivo, ovviamente a base di vino vegano. Niente di che, una bottiglia da 5 euro, a me sembra assolutamente identico a qualunque altro vino da 5 euro. Né buono, né cattivo, un vino bianco da pasto come migliaia di altri. A cena? Sorpresa! Mi invitano fuori senza avvisarmi: si finisce in una pizzeria, tra la curiosità dei commensali mangio l’ennesima marinara, rubo avido l’insalata e i pomodorini che guarnivano il piatto di un commensale.
Al mattino mi sono pesato: peso 81.8 kg, com’è possibile un kg in più rispetto a ieri?
Cosa avrei mangiato a pranzo se non fossi stato vegano? Insalata di riso, un frutto.
Cosa avrei mangiato a cena se non fossi stato vegano? Frittura mista di pesce.
Sabato 14 maggio
Ci siamo. Passata la settimana lavorativa si scollina, mi illudo che sarà tutto più semplice, e in parte lo è. Una cosa che ho capito vivendo da vegano per una settimana è che essere vegani richiede concentrazione, almeno nel mio caso. Ci devi pensare, devi stare attento, devi guardare gli ingredienti di tutto quello che assumi. E non è sempre facile, lavorando, dovendo stare dietro a tutto quello cui devi stare dietro in una settimana normale. Come faranno “loro”? Quanto ci devono “credere” perché non sia un peso?
Un onnivoro di solito non pensa molto a quello che mangia: lo mangia. Il veganesimo richiede di pensare a quel che si mangia, e non è così automatico, anzi, a un certo punto tutto diventa “a rischio”, tutto diventa potenziale fonte di qualcosa che ha causato sofferenze animali. Mi chiedo come riescano a starci dietro quelli che lo fanno ogni giorno e ci “credono” davvero.
Io l’ho fatto per curiosità in una settimana è mi è parso di finire in un loop mentale in cui non potevo mangiare nulla, in cui il mondo non era fatto a mia misura, anzi, mi ostacolava con trappole ovunque, disseminate nei bar, nei biscotti, o nei cracker, dove tutto poteva contenere tracce di latte. In ogni caso, è sabato: pranzo con un’insalata di farro presa al supermercato sotto casa, leggera, ma mi riempie, un po’ di frutta, a cena preparo un sugo al pomodoro e basilico. Sto bene.
Al mattino mi sono pesato: peso 81.8 kg.
Cosa avrei mangiato a pranzo se non fossi stato vegano? Sogno uno di quei pranzi bellissimi che faccio con la mia ragazza il sabato, magari con delle alici fritte e del pesce.
Cosa avrei mangiato a cena se non fossi stato vegano? Saremmo usciti a cena a mangiare un hamburger.
Domenica 15 maggio
Al mattino mi sono pesato: peso 79,8 kg, partivo da 82,5 kg. La settimana vegana si chiude qui. Ho perso peso e sicuramente non sono stato dietro alla mia dieta come avrei dovuto, magari andando da un dietologo, ma non posso lamentarmi.
La domanda fondamentale dopo essere stato vegano per una settimana: mi è mancata la carne? Sì e no. Ho sempre mangiato tanto e di tutto nella mia vita da onnivoro, ma devo ammettere che mi sono mancati molto di più i latticini, quello sì.
Non poter usare il burro, non mangiare formaggi, non poter chiudere la cena con uno yogurt: quello mi è mancato molto più, ma della carne ho fatto a meno senza troppi patemi d’animo. Il pesce, più o meno lo stesso. Il tofu, ammettiamolo serenamente, non arriva neanche a fare schifo, non avendo sapore: è un alimento completamente inutile.