Al Polo Sud c’è una stazione di ricerca Italo-Francese denominata Concordia, in cui le condizioni d’isolamento per un lungo periodo di un piccolo gruppo di persone sono ideali per definire le caratteristiche dell’equipaggio-tipo di una missione interplanetaria, per esempio su Marte. L’idea è più o meno questa: chiudiamo qui dentro degli scienziati per dei mesi e vediamo cosa succede, se non si scannano (per questo la stazione si chiama Concordia), allora possiamo definire delle caratteristiche psico fisiche per un buon equipaggio da mandare sul pianeta rosso.
Brrr!
Tra questi fortunati uomini di scienza c’è Cyprien Verseux, astrobiologo francese e ricercatore, autore del libro Vivre su Mars, che per passare il tempo ha deciso di uscire all’aperto a mangiare qualcosa (le foto dei cibi congelati sono irriverenti); noi abbiamo fatto quattro chiacchiere con Marco Smerilli che dentro la Concordia ha il compito di cucinare per tutto l’equipaggio; non immaginerete le cose che ci ha detto. Brr!
Da quanto siete in Antartide e per quanto rimarrete ancora?
Sono Marco Smerilli, cuoco della base italo-francese Concordia per conto del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA). Sono arrivato sul plateau antartico via aerea dalla base antartica costiera Mario Zucchelli il 9 Dicembre 2017 e ripartirò il 29 novembre di quest’anno.
Ci raccontate il motivo per cui siete lì?
La stazione Concordia in effetti è raggiungibile via aerea solo fino a marzo, e quindi durante l’inverno polare (da aprile a agosto)non c’è modo di arrivare fin quassù (Concordia si trova a ben 3200 m di altezza e a oltre 1200 km dalla costa antartica). Questo isolamento chiaramente va gestito in ogni particolare affinché il personale che rimane durante l’inverno (si passa da una settantina di persone durante l’estate antartica a poco più di una decina in inverno) sia del tutto autonomo e perfettamente in grado di sopravvivere nel quotidiano ma anche di superare emergenze di ogni tipo (anche mediche ed infatti abbiamo ben 2 dottori ed una sala operatoria di tutto punto).In effetti la stazione con il suo equipaggio di 13 persone rimane attiva anche durante l’inverno per mantenere in funzione numerosi esperimenti scientifici che vanno dallo studio del clima all’astrofisici. Per questo l’equipaggio italo-francese della base è composto, oltre che da tecnici logistici, anche da scienziati e tecnici elettronici e informatici che si occupano del funzionamento degli strumenti scientifici installati negli edifici che circondano le due torri principali della base. Per quanto riguarda me, sono stato scelto per occuparmi della somministrazione e l’organizzazione dei viveri; la buona cucina in un ambiente così isolato ed estremo rappresenta un fattore emotivo e fisico fondamentale.
Cosa mangiate abitualmente?
Il cibo cambia a seconda del periodo , all’inizio e alla fine della permanenza per esempio abbiamo una grande quantità di fresco oltre che al congelato e quindi si può variare di più; nel periodo invernale, invece, dopo che il cibo fresco finisce è più frequente dover mangiare gli stessi prodotti. Nel periodo estivo si cerca di accontentare un po’ tutti con piatti sia italiani che francesi che internazionali, poi nel periodo invernale è compito del cuoco conoscere i suoi compagni di missione e cercare di accontentarli con i loro gusti sempre pensando anche all’importanza emotiva dell’alimentazione. Io personalmente metto sempre una pasta o un risotto o un riso a pranzo seguito da carne o pesce e un contorno mentre per la sera cerco, a parte i carboidrati, di fare dei piatti unici accompagnati da salse ecc. Con dei dolci un paio di volte a settimana.
Cibo congelato
Avete per caso mai assaggiato carni di animali tipici dell’Antartide?
Carni di animali tipici dell’Antartide? Proprio no! Anche perché siamo sopra un enorme blocco di ghiaccio sterile e sotto i nostri piedi ci sono più di 3km di acqua congelata prima di raggiungere terra. E poi nessun animale tipico qui a Concordia, ché la prima forma di vita a parte noi è a 600 km di distanza da qui e sono pochi esseri umani come noi (i russi della base Vostok). Se poi consideriamo la costa antartica, beh… la carne di pinguino a sentir quanto scritto dai primi esploratori del 900 è orribile e le foche non si toccano.
Raclette à #ConcordiaStation.
Crédits : @CPossnig et @CyprienVerseux.
© #PNRA – @ItaliAntartide / #IPEV / @esa@ItaliAntartide#DC14 #Antarctique pic.twitter.com/WdC4nj0dDg— Cyprien Verseux (@CyprienVerseux) 7 ottobre 2018
Avete la possibilità di coltivarvi qualcosa all’interno della vostra stazione? (ad esempio il basilico)
No, non abbiamo la possibilità di coltivare niente all’interno della base, gli spazi interni qui sono troppo preziosi per permetterci una serra.
Come venite riforniti e ogni quanto?
Veniamo riforniti di viveri nel periodo estivo almeno per 3 volte: all’inizio della campagna estiva, poco prima del periodo natalizio e alla fine della campagna estiva via traversa su ghiaccio (tramite caterpillar che partono dalla costa e arrivano qui in Concordia dopo un paio di settimane) e via aerea. Ma come dicevo, dopo febbraio tutto si ferma e restiamo isolati fino a novembre, quando riprendono i voli di collegamento.
In quanto tempo si congela il cibo a temperatura esterna?
Dipende dalla grandezza e dal tipo di cibo, anche in 5 min si può congelare un prodotto in determinati periodi dell’anno. Per avere un’idea guardate le foto postate sui social con spaghetti e miele che sembrano fluttuanti in aria ma che in realtà si sono congelati all’istante appena messi fuori dalla stazione.
Ghiaccio ghiaccio ghiaccio
La temperatura più bassa che avete registrato da quando siete lì?
Se non erro -85 °C con -100 di windchill a luglio, in piena notte polare. Ma niente paura, dentro la base non scendiamo mai sotto i 25 °C.
Stando costantemente al freddo sono cambiate le vostre abitudini alimentari e avete voglia di qualcosa in particolare? C’è qualche cibo o bevanda che vi manca particolarmente?
Ovvio che qualcosa è cambiato. Quando non puoi fare la spesa quando vuoi, la prima cosa che ti manca è il cibo fresco, quindi compensi con altre cose come ad esempio frutta in scatola ecc., ma non è un grosso problema o trauma. Ma in pieno isolamento d’inverno a volte sì, almeno a me viene voglia di una bell’oliva all’ascolana o di un piatto di vinci sgrassi dato che vengo dalle Marche.
Quanti pasti fate al giorno?
Al giorno facciamo colazione pranzo e cena, poi io non mangio più di tanto anche perché sto in cucina tutto il giorno, ma ho amici che magari fanno merenda o altri che dopocena verso mezzanotte si fanno una pasta o un panino; siamo insomma liberi di soddisfare le voglie che ogni tanto ci vengono.
Seguite una dieta in particolare per sostenere un esperimento simile?
No, non seguiamo nessuna dieta, sono piuttosto io che cerco di non fare tanto il fritto e di somministrare ai miei compagni un giusto rapporto di proteine carboidrati e vitamine per quel che si può, cerco di non cucinare con tanti grassi animali e cose simili e anche per i dolci, mi limito a farli un paio di volte a settimana.
Spaziale
In base alle vostre attuali ricerche, cosa potremmo portarci da mangiare su Marte se mai ci arriveremo un giorno?
Mah… spero che pian piano si riesca a portare tutto su Marte, sarebbe un bel traguardo per l’uomo! E perché no, non sarebbe male andare su Marte e avere la possibilità di cucinare su una bella terrazza vetrata vista spazio!
Les températures sont remontées au-dessus des -70°C, mais il fait encore un peu frais pour manger dehors…
Crédits : Carmen Possnig et Cyprien Verseux, © @ESA / #PNRA / #IPEV #ConcordiaStation #Antarctique #DC14 @ItaliAntartide pic.twitter.com/Qe57XzDTV5
— Cyprien Verseux (@CyprienVerseux) 1 ottobre 2018