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La verde sosta, un “pranzo senza pretese” sorprendente

Continua il nostro viaggio nella zona vinicola pavese (precisamente a Crocetta vicino a  Santa Maria della Versa), La verde sosta è il tipico ristorante nei paesini dell’Oltrepo, il nome del locale richiama l’arredamento, la struttura, oltre ad essere immersa nel “verde” delle colline dei vigneti, è letteralmente tutta di questo colore.

I tavoli apparecchiati fuori dalla porta ricordano i paesini della Borgogna, il silenzio viene interrotto saltuariamente da qualche abitante del borgo che, passando, saluta Pino, istrionico proprietario che vi accoglierà con ironia e sarcasmo, raccontandovi il menù: ci tiene a sottolineare quanto TUTTO sia fatto in casa.

Per il pane utilizzano farine locali del Mulino Marino di Cossano Belbo e del Mulino Bruciamonti di S. Maria della Versa ed anche il burro da spalmarci sopra è homemade. Subito davanti al bancone troverete due ceste di mostarde fatte in casa che potete acquistare, in zona dicono che quella alla zucca sia fenomenale.

Pino ci comunica che -senza volerci sfidare- solitamente nel suo locale si mangiano due portate al massimo per via delle porzioni. Non ci facciamo intimidire e ordiniamo subito i due antipasti: della tradizione e dello chef. Entrambi con specialità tipiche della zona (giardiniera, tortini caldi, focaccine) ma soprattutto con dei salumi ECCELLENTI. I piatti effettivamente sono molto generosi, temerari ordiniamo anche i primi.

Non possiamo non ordinare la ricetta più antica del locale, i ravioli con  patate, salsiccia e semi di papavero presenti nel menù da più di 30 anni, insieme alla loro alternativa “più giovane” con fave, pecorino e pancetta stagionata. La sensazione è che i piatti si possano replicare tranquillamente a casa, ma i prodotti sono evidentemente di una qualità superiore.

Unico appunto, il servizio a rilento giustificabile in un ristorante dalla conduzione famigliare, nonostante la simpatia e la generosità del sig. Pino, decidiamo di passare direttamente ai famosi dolci tanto decantati senza ordinare il secondo. Il tradizionale “dulcis in fundo” è rispettato, nonostante la semplicità, i dessert superano pienamente le nostre aspettative. Cannolo di sfoglia con crema pasticcera (quasi appena fatta, deliziosa e profumatissima di limone) e pesche alla Bonarda. Squisiti.

Tra una portata e l’altra, scopriamo che il ristorante appartiene alla stessa famiglia dal 1897 e quando il sig. Pino è subentrato ha trovato una famiglia molto unita con una forte tradizione. La verde sosta è un ristorante cui difficilmente vi troverete per caso, è un locale il cui viaggio va organizzato in precedenza, situato a Crocetta, un paesino di neanche 1000 abitanti sperso nell’Appennino pavese. Ecco perché gran parte delle persone sedute ai tavoli sono degli abituè che tornano per la cucina autentica, ma anche per i menù dipinti a mano e soprattutto per l’atmosfera. Come dice Tommaso Melilli nel libro “i conti con l’oste”, noi clienti dovremmo imparare a pretendere dai posti dove andiamo a mangiare la stessa cura che pretenderemmo a casa nostra.

Giulia Ferraraccio

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Giulia Ferraraccio

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