
Come vivere meglio: il segreto dell'università di Harvard - dailyfood.it
C’è un segreto se si vuole vivere meglio: lo rivelano gli studiosi dell’università di Harvard. Ecco come bisogna mangiare.
Gli studiosi della celebre e prestigiosa università di Harvard hanno elaborato una teoria che concerne la ricerca di una vita migliore, all’insegna di un maggior benessere che si traduce anche in termini di una salute più buona. Hanno individuato un elemento legato non tanto all’alimentazione quanto all’atto del consumare il cibo.
La convivialità ha un impatto significativo sul nostro benessere psicologico, influenzando positivamente l’umore e la salute complessiva. Nonostante le sue evidenti virtù, la pratica di mangiare insieme sembra essere in calo, un fenomeno accentuato dai cambiamenti sociali, in particolare durante e dopo la pandemia di COVID-19. Analizziamo l’importanza di condividere i pasti con amici e familiari e il suo effetto benefico sulla nostra vita quotidiana.
L’importanza della convivialità per il benessere generale
Un aspetto interessante di questo fenomeno viene evidenziato nel capitolo tre del Rapporto sulla felicità nel mondo, redatto da un consorzio di università prestigiose, tra cui Harvard e Oxford. Il rapporto analizza le risposte di oltre 150.000 persone in 142 paesi, cercando di chiarire quali abitudini quotidiane influenzino il nostro stato d’animo. I risultati mostrano una chiara correlazione tra il mangiare con altre persone e un aumento della soddisfazione di vita. Chi condivide regolarmente i pasti con amici e familiari tende a ottenere punteggi più elevati in termini di felicità, evidenziando quanto sia fondamentale creare legami sociali attraverso momenti di condivisione.

Analizzando il panorama globale, il rapporto rivela che il paese più “felice” è la Finlandia, seguita dalla Danimarca. Tuttavia, ci sono differenze significative nel modo in cui le diverse culture affrontano la convivialità. In America Latina e nei Caraibi, circa due terzi dei pranzi e delle cene avvengono in compagnia di amici o parenti, con una media di nove pasti condivisi a settimana. Al contrario, nelle regioni dell’Asia meridionale, la frequenza di pasti condivisi scende a meno di quattro volte a settimana. Queste statistiche dimostrano che, nonostante la diversità culturale, esiste una tendenza universale: mangiare insieme produce un effetto positivo sull’umore.
L’impatto della solitudine
Un’analisi più approfondita delle abitudini alimentari negli Stati Uniti rivela un quadro preoccupante. Dal 2003 al 2023, la probabilità di mangiare da soli è aumentata, soprattutto tra i giovani. Attualmente, più di un americano su quattro dichiara di aver consumato tutti i pasti da solo il giorno precedente, un aumento del 53% rispetto a venti anni fa. Questo cambiamento, accentuato dalla pandemia, influisce negativamente sulla salute mentale e sul benessere generale. Mangiare da soli può contribuire a sentimenti di isolamento e infelicità, mentre i pasti condivisi promuovono un senso di appartenenza e connessione.
In un mondo che tende a separare le persone, è fondamentale ripristinare l’importanza delle relazioni umane attraverso la condivisione dei pasti. Creare occasioni per mangiare insieme, sia in contesti formali che informali, può rappresentare un passo cruciale per migliorare non solo l’umore individuale, ma anche la salute collettiva. La convivialità, quindi, non è solo un atto di nutrizione fisica, ma anche un nutrimento per l’anima, un’opportunità per rafforzare legami e costruire comunità più coese e felici.