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Abbiamo assaggiato il mitologico kebab a 1.50 euro di via Padova a Milano

Cheap is good

Ma davvero un panino kebab può costare 1.50 euro? Certo che sì, care lettrici e cari lettori di Dailyfood. Basta farsi un giro in via Padova a Milano – e non solo, si trovano anche in altri punti della città questi panini super economici – per poter assaggiare l’estrema vetta no-frills del cibo da strada.

Il kebab a 1.50 euro è la nemesi dell’hamburger di McDonald’s a 1 euro, è il guanto di sfida coperto di salsa piccante lanciato dall’Anatolia alla corporation simbolo della globalizzazione alimentare, e al suo ormai imbolsito pagliaccio.

Ma non solo: il kebab a 1.50 euro è il volo Ryanair dell’alimentazione, costa pochissimo, non ha fronzoli, non c’è niente di più di quel che ti serva davvero.

È un cibo, il kebab a 1.50 euro, che è esattamente l’opposto di quel trend alimentare fighetto che ha ben raccontato il critico gastronomico Davide Paolini ne Il Crepuscolo degli Chef, di cui vi avevamo parlato qua.

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La nostra prova d’assaggio si è svolta da Cleopatra, al civico 27 di via Padova.

Non eravamo soli: prima di noi in coda due gentiluomini latinos in giacca e cravatta chiedevano un pollo arrosto intero – pagato 3 euro – che hanno mangiato sul posto insieme a un panino. Poi è arrivato il nostro turno.

Cominciamo dall’estetica: il kebab a 1.50 non ha molto di diverso dal classico kebab che paghiamo sui 3.50 euro. Le dimensioni del panino sono più o meno le stesse, mentre la differenza principale è nella quantità di ripieno.

Di carne ce n’è di meno, e anche il resto dei condimenti sono elargiti con maggiore parsimonia rispetto a un kebab consueto.

 

Street food senza fronzoli: il kebab a 1.50 di via Padova a Milano

 

Ma del resto non c’è nulla di strano e proprio niente di cui stupirsi: su un volo Ryanair ci aspettiamo forse un pasto completo? Dello spazio per le gambe? I comfort del volo di linea di una compagnia di bandiera? Chiaro che no: perché abbiamo pagato poco, e sappiamo che se si paga poco qualche differenza rispetto a pagare di più è da mettere in conto.

Esperienze sensoriali

Basta esserne avvertiti, basta saperlo e fare poco gli schizzinosi. Ma torniamo al nostro kebab a 1.50 euro: mantenute, almeno da Cleopatra, le consuete possibilità di customizzazione cui siamo affezionati – io preferisco più salsa allo yogurt e meno salsa piccante, ma va a gusti – e procediamo al primo morso.

Il nostro kebab low-cost non si sfalda, e malgrado sia inondato di salse, “tiene” senza disfarsi: voto +. La qualità della carne rosolata sullo spiedo mi è parsa in linea con quella del kebabbaro medio, direi senza infamia e senza lode, ma soprattutto senza grasso e senza quei pezzetti insopportabili che uno non riesce a masticare e deve mandare giù interi, ed ecco a sommarsi un altro voto +.

Venendo ai lati meno positivi, insalata, cipolle, pomodoro, sono presenti in dosi omeopatiche e formano un curioso blob insieme alle salse, con cui si uniscono in un amplesso in cui i componenti e i sapori diventano indistinguibili sia alla vista, che al gusto.

Ma veniamo al dopo: come è andata con la digeribilità? Direi eccellente: nessun problema. Ma lì potrei essere io che digerisco anche le pietre, vai a sapere.

In conclusione: il kebab a 1.50 di via Padova di Cleopatra è quindi promosso se non a pieni voti, almeno con un 6.5/10.

Gabriele Ferraresi

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Gabriele Ferraresi

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