Il momento è finalmente arrivato. Era una vita che volevamo portare alla luce questa questione, e quale migliore occasione se non di lunedì mattina, freschi freschi di post weekend, appena rientrati in ufficio: ma il caffè decaffeinato a che cazzo serve?
Pe la rubrica una polemica al giorno oggi vorremmo sollevare all’attenzione l’inutilità, la beffa e il non sense che una bevanda come il caffè decaffeinato ha insito in sé. Partiamo da un ragionamento logico: il caffè è una bevanda che si ricava dai semi (chicchi di caffè) di piccole piante tropicali appartenenti alla classe delle Rubiacee, ne esistono di tantissime specie diverse e le prime tracce della sua esistenza risalgono almeno al 1800; e fin qui siamo tutti d’accordo, ma che cosa è che rende il caffè così indispensabile alla nostra società ed anche la bevanda con cui non solo si conclude un pasto ma con cui sopratutto si inizia la giornata: è la CAFFEINA.
La caffeina è un alcaloide naturale presente naturalmente nelle piante di caffè, e il suo effetto stimolante che agisce direttamente sul nostro sistema nervoso lo rende la sostanza psicoattiva più diffusa del mondo.
Il caffè è il dolce nettare del risveglio, la luce in fondo al tunnel nei momenti più stanchi, il fedele compagno nelle nottate di studio prima degli esami all’università, quello che vai in coppia perfetta sia con la sigaretta (per soli tabagisti) che con il cioccolato fondente. Il caffè mette e va d’accordo con tutti: con l’acqua calda per un americano, con il latte di mandorle per il vegano, con la panna montata per colui che non deve chiedere mai oppure liscio, semplice, senza pretese per colui che va sempre di fretta. E allora spiegateci come mai, perché, secondo quale logica ci serviva il caffè decaffeinato?
Il deca nasce per la prima volta nel 1905 a Brema, per mano del tedesco Ludwig Roselius, figlio di un assaggiatore di caffè (traditore vero); qualche anno dopo la scoperta questo speciale caffè venne messo in commercio sotto il nome di Hag.
Già dentro il nome c’è la negazione stessa del principio base della bevanda: caffè senza caffeina è stato il primo, ma basti pensare ai suoi cugini lontani come the deteinato o birra analcolica, e allora viene spontaneo chiedere:
ma che cavolo te lo prendi a fare allora?
Inutile prendere le parti di chi dice “perché mi piace il sapore”, il processo chimico che si applica per rimuovere la caffeina dal chicco di caffè inevitabilmente ne altera non solo il sapore finale ma anche gli effetti benefici, proprio a causa dei procedimenti industriali che vengono applicati direttamente sul chicco di caffè per ottenerne il risultato finale.
Un caffè decaffeinato al bar ha un costo medio di 1,10 euro, qui di seguito una lista di cose molto più utili che potreste acquistare allo stesso prezzo: una bella bottiglia d’acqua (anche frizzante volendo), una penna stabilo, in Giordania una porzione di falafel fritti, un’ora di parcheggio sulle strisce blu di venerdì pomeriggio, un caffè vero più il bicchiere d’acqua incluso, un palloncino a forma di criceto per il vostro nipotino, un pacchetto di gomme, quasi un chilo di carote e se mai doveste andare nelle Filippine allo stesso prezzo ci pagate mezz’ora di massaggio ai piedi.
Fate la scelta giusta.