Ingredienti:
- 300g di french fries surgelate
- 100g di cheddar cheese (o galbanino)
- 1 quarto di litro di brodo di pollo o di vitello
- 50g di farina
- 50g di burro non salato
- sale e pepe a piacere
Paese che vai, piatto che trovi.
Inauguriamo oggi la rubrica PAESE CHE VAI, una raccolta di articoli dove vi illustriamo il piatto tipico di un paese raccontato da chi ci abita e lo vive tutti i giorni. Per dare il via alle danze siamo andati a cercare oltreoceano, al Nord, nella fredda, ma sempre gentile, Canada, coordinate precise 45° 28′ 0″ N, 73° 45′ 0″ W: Montreal.
Daniele, italiano trapiantato in terra canadese da ormai più di dieci anni ci ha raccontato non solo la storia e le curiosità ma anche dove andare, nel caso volessimo assaggiare la famosa poutine canadese, che ad occhio poco esperto potrebbero sembrare delle semplici patatine fritte con salsa, ma dietro si nasconde molto di più.
Notte fuori a Montréal. Che sia andato a ballare nei locali underground electro della rue St. Catherine o a bere in una delle birrerie artigianali di quartiere o ancora abbia approfittato degli appuntamenti culturali che caratterizzano la metropoli, se sei in compagnia di amici nostrani molto probabilmente verrai trascinato a mangiare una poutine per concludere la serata. Già, come italico infatti non ti verrebbe spontaneo d’abbuffarti al termine della notte con patate fritte e formaggio fresco, affogate in una salsa brunastra che resta un mistero sia nell’odore che nella sua composizione chimico-organica. Paese che vai…
La poutine in Québec – e oltre, perché sempre di più la troviamo come on side anche nelle catene fast-food statunitensi della costa atlantica – fa furore, è un’istituzione, non si discute. Le sue origini, come tutti i prodotti leggendari, si perdono nella storia del XX secolo; le due tesi più accreditate sembrano essere le seguenti:
Drummondville, paesone di passaggio al centro della provinciale tra Montréal e Québec City, economia industriale grazie alla centrale idroelettrica costruita negli anni ’20. Al ristorante “Le Roy de la patate”, verso la fine degli anni ’50, Mr. Jean-Paul Roy serve ai suoi clienti delle patate fritte condite con una salsa a base di brodo di manzo e spezie, la salsa “brune”. A volte, su richiesta degli avventori, ci aggiunge qualche grano di formaggio. Gli affari gli vanno bene tanto che decide di acquistare un altro ristorante “Le Roy Jucep”. Qui, nei primi anni ’60, include nel menu questa curiosità gastronomica e la chiama “poutine”. Il brand nasce così. Tanto che negli anni ’90, il senso pratico del nuovo proprietario lo porta a iscriverne il nome su carta bollata presso il registro delle proprietà intellettuali del Québec.
Carta canta, ma non tutti sono d’accordo con questa tradizione. Ecco qua la seconda versione:
Warwick, un paese oggi di poco più 4000 anime, non lontano dall’asse Montréal – Québec City. Un paesaggio da calma piatta, provincia, aggiungi un inverno di 6 mesi, cena alle 5 e nanna alle 9. Un pomeriggio di fine estate nel ‘57 un tal Fernand Lachance, muratore riconvertito alla tavola calda, su richiesta di Mr. Eddy Lainesse, si trovò a imbustare take away delle patatine fritte con dei grani di formaggio fresco: « Ça va faire une maudite belle poutine ! » [trad.: “Sarà un dannato bel pasticcio”]. Esatto, Nando: ecco creato il mito!
Il dibattito è tutt’ora acceso tra le due versioni di storia. Poco importa. Diversi chef si sono cimentati con la loro versione “haute cuisine” dello snack popolare. Per onore della cronaca, bisogna ricordare che le patate fritte in Nord America – almeno quelle artigianali e non fatte con sottoprodotti – non ricordano il dorato piacere a cui è abituato il palato europeo – fierezza belga della tecnica della doppia frittura che concede allo stick di tubero l’erezione del croccante esterno ed il tenero caldo interno – ma, immerse in singolo bagno d’olio, sono spesso spugnose, nerastre e mollicce, a seconda della qualità della frittura. Aggiungi questa salsa “brune”, poco identificata ed identificabile, che irrora copiosamente un formaggio cheddar in grani skouik-skouik – tale è familiarmente chiamato il formaggio dedito alla poutine, in vendita ai supermercati in piccoli sacchetti monodose vicino alle casse – dal sapore atono, ma salato ed è chiaro che la peggior sbornia viene assorbita e tamponata da questo mélange triviale e calorico.
Se quindi non possiamo guardare al prodotto, definito anche dai critici culinari locali “trash”, l’appeal della poutine è forse da ricercare nell’atmosfera che l’attornia: uno snack solido, sostanzioso, appagante come uno spuntino di street food, divorato in un contesto sociale, festivo, notturno. Il fascino del tempo gettato nella notte, per chi ha la speranza di tanto tempo ancora davanti, il profumo della gioventù, dove il colesterolo è solo una parola e ben si addice allo stile di vita canadese, dove l’energia che si sprigiona quando finalmente l’ultima neve si è sciolta e le notti cominciano ad intiepidirsi è palpabile, viva e da celebrare.
La poutine fa schifo, viva la poutine!
Dove andarla a mangiare:
La Banquise [994 rue Rachel E., Montréal] : ormai un’istituzione per la poutine night life. Ma non sei il solo a saperlo! Aspettati dunque un line up impegnativo prima del banchetto! Se scegli la T-Rex (carne macinata, salame locale, bacon e wurstel hot-dog) hai diritto a una dose di soda caustica per sbloccare le arterie….
Au Pié de Cochon [536 Avenue Duluth E, Montréal]: per una reinterpretazione della poutine in chiave fusion cuisine française. La poutine au foie gras è da provare almeno una volta nella vita. Sconsigliato ai nazionalisti gastronomici di ogni sorta del vecchio continente…
Restaurant Chez Claudette [351 Laurier Ave E, Montréal]: fuori da ogni schema e ristorante fuori dal tempo. Se ti siedi sulle panchette del Chez Claudette sei probabilmente già navigato nell’underground della vita montrealese e cosciente che la sua poutine marchierà una tappa importante nella tua esistenza. Esperienza mistica!
La poutine è roba seria per i canadesi, non ci si scherza sopra. Noi le basi ve le abbiamo date, ora tocca a voi:
Preparazione:
Per la salsa bollite in un pentolino il brodo insieme alla farina e al burro a fuoco alto per almeno 2 o 3 minuti, dopodiché lasciate andare a fuoco lento almeno per 35 minuti totali, di modo tale da ottenere una salsa densa a cui potrete aggiungere sale e pepe a piacere (in alcune ricette oltre alla farina vengono aggiunte anche 3 cucchiai di amido di mais per renderlo ancora più corposo). Friggete le patate in olio di semi bollente (se riuscite a fare la doppia frittura 10 punti a Grifondoro!) e una volta scolate mettete sul fondo del vostro piatto il cheddar, così da creare un letto dove poggiare le patatine e guarnire con la vostra squisita salsa.
E’ proprio il caso di dirlo: ça va faire une maudite poutine!